Era il 3 luglio del 1972.
In Piazza della Cisterna, nel cuore di San Gimignano, davanti al Notaio Vannisanti si sono seduti nove produttori di Vernaccia di San Gimignano: Girolamo Guicciardini Strozzi, Ernesto Lorini, Libanio Luccii, Jaures Baroncini, Luigi Vagnoni, Concino Concini, Giorgio Marolli Furga Gornini, Alfredo Salini. E’ nato così il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, alla presenza testimoniale dei produttori Franco Bagnai, Teresio Gassino, Pietro Lorini, Ascanio Biagini, Angelo Cecchini, Ferriero Cecconi, Carlo Pertici, Franco Razzi, Luciano Bartolini e Romano Borselli.
Gli stessi uomini che nel 1966 avevano chiesto ed ottenuto la doc Vernaccia di San Gimignano, primo vino in Italia a potersi fregiare della Denominazione, divenuta docg nel 1993, segnando il punto della rinascita della Vernaccia di San Gimignano.
Ieri come oggi, l’obiettivo principale del Consorzio è quello della tutela dell’identità e della valorizzazione della Vernaccia di San Gimignano, che va di pari passo col miglioramento qualitativo della produzione delle uve e del vino.
Un impegno quindi a tutto tondo quello di cui il Consorzio si è fatto carico in questi 40 anni, che a partire dalla selezione dei nuovi cloni del vitigno Vernaccia, è passato attraverso l’indagine dell’identità sensoriale del vino Vernaccia per giungere all’identificazione del suo DNA e alla tracciabilità molecolare del vitigno nel vino imbottigliato.
Con una convinzione: che la qualità si possa raggiungere solo tramite la difesa e la tutela dell’identità di questo antico vitigno autoctono, in quanto espressione di un territorio non riproducile. Così ricerca e sperimentazione sono state messe al servizio della Vernaccia, non per rincorrere facili mode, ma per riuscire ad esprimere fino in fondo le sue potenzialità.
Ufficio Stampa Consorzio della Denominazione San Gimignano
Elisabetta Borgonovi
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